Non sto qui a tediarvi con i soliti discorsi triti e ritriti sulla festa del lavoro, oramai sono delle cantilene che lasciano il tempo che trovano. E’ il festival dell’ipocrisia, in Italia avvengono circa 1200 morti l’anno sul lavoro senza voler contare quelli che per infortunio rimangono su una sedie a rotelle per una vita.
E poi, giovani senza una prospettiva, precari, gente che oramai ha rinunciato addirittura a cercarlo.
Parole, discorsi, annunci, promesse, nei fatti una discesa ripida verso l’abisso.
Quei pochi che un lavoro lo hanno ancora lo vedono giorno per giorno messo in pericolo. Amici che lavorano presso la ASL Napoli 1 mi raccontano che non vengono erogati gli stipendi, aziende che chiudono, gente costretta ad emigrare verso il settentrione come nei famosi anni ’60.
Il lavoro, quello ufficiale diminuisce, quello nero aumenta.
Il massimo del controsenso e dell’ipocrisia è il megaconcerto del 1° maggio che si tiene a Roma.
Una sfilata di cantanti, folla, chiasso,luci, panini e rock e roll che francamente poco hanno a che vedere con il lavoro. I partecipanti al concerto? La maggior parte giovani, proprio quelli che il lavoro non lo hanno forse mai avuto, oppure precari, gente senza un futuro dietro l’angolo, insomma gente che da festeggiare veramente ha poco. Fosse per me abolirei immediatamente queste manifestazioni di facciata, il prossimo primo maggio festeggiamolo in silenzio, con un drappo nero al braccio, del resto, il lavoro di che colore è diventato?
Erbavvelenata
bella la foto, sei tu a lavoro???
RispondiEliminaciao da Linda :-))